mercoledì 22 aprile 2020

STEP#09-ARTE

Non la chiami opera... sono pezzi di realtà manipolati... oggetti manipolati, deformati, lacerati, bruciati e ricomposti, ricostruiti secondo una rappresentazione che segue una precisa regola compositiva.
(Alberto Burri)



Alberto Burri, Rosso plastica M3, 1961.
Plastica, combustione su tela
Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello.










Alberto Burri, Legno e bianco I, 1956. 
Impiallacciatura di legno, combustione, acrilico e Vinavil su tela, cm. 87.7 x 159. Solomon R. Guggenheim Museum, New York. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello.





Alberto Burri è stato un artista, pittore e medico italiano che durante la seconda metà degli anni Cinquanta (il primo fra i pittori) scopre la straordinaria potenzialità formativa del fuoco. E inizia così il lungo e complesso ciclo delle Combustioni, in cui utilizza la fiamma ossidrica per modificare, modellare e "martoriare", con bruciature, deformazioni e "crateri" delle superfici di plastica bianche, rosse, nere e trasparenti.
Un tipo di intervento messo in atto in parte anche nei Legni.
Il fuoco diventa così, per la prima volta, con la sua carica di tensione vitalistica e tragica, un mezzo espressivo primario per fare della "pittura".

Un aspetto che mi ha colpito di queste opere di Burri è che non è la fiamma a modellare la plastica o il legno, o almeno non lo è che in parte. La figura finale che risulterà dall'utilizzo della fiamma ossidrica non è affidata solo ad un evento casuale, cioè la combustione incontrollata della fiamma, ma dall'artista che modella la sua opera imprimendo in essa la sua idea.
Ovviamente utilizzando il fuoco egli non avrà il totale controllo sull'opera. Nonostante lo scopo dell'artista sia quello di creare un varco nella plastica cercando di raffigurare un'immagine simbolo, difficilmente riuscirà a modellare in modo perfettamente geometrico la forma e le dimensioni del foro e dell'immagine finale. Tutto ciò mi ha ricordato l'entropia e di come essa agisse sulle nostre vite.
L'entropia ci ricorda che le cose vanno in una determinata direzione e basta; niente pare possa modificare questa inevitabile realtà. 
Come l'artista riesce utilizzando il fuoco a modellare tramite un'accuratezza artistica l'opera, scolpendo in essa la sua idea, noi dobbiamo comportaci nello stesso modo cercando di realizzare le nostre idee e i nostri sogni prendendo parte attivamente al nostro futuro, nonostante non abbiamo il controllo su tutti gli eventi che ci capitano, ma tentando lo stesso di modellarlo come vorremo che fosse, facendo della nostra vita un'opera d'arte.


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