domenica 19 aprile 2020

STEP#07-POESIA

Infuria, infuria, contro l'aumentare dell'entropia.



 Non andartene docile in quella buona notte – Dylan Thomas

Do not go gentle into that good night,
old age should burn and rave at close of day;
rage, rage against the dying of the light.




Though wise men at their end know dark is right,
because their words had forked no lightning they
do not go gentle into that good night.




Good men, the last wave by, crying how bright
their frail deeds might have danced in a green bay,
rage, rage against the dying of the light.




Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.



Grave men, near death, who see with blinding sight
blind eyes could blaze like meteors and be gay,
rage, rage against the dying of the light.



And you, my father, there on the sad height,
curse, bless me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

Maggio 1951
Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare quando cade il giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.


Benché i saggi sappiano che la tenebra è inevitabile,
visto che dalle loro azioni non scaturì alcun fulmine,
Non se ne vanno docili in quella buona notte,


Gli onesti, con l’ultima onda, gridando quanto fulgide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.


Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
imparando troppo tardi d’averne afflitto il percorso,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.


Gli austeri, in punto di morte, accorgendosi con vista cieca
che gli occhi spenti potevano gioire e brillare come meteore,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.


E tu, padre mio, là sulla triste altura, ti prego,
Condannami o benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.


La poesia, scritta da Thomas per il padre morente, ruota attorno ad una chiara metafora, in cui il giorno simbolizza la vita, metre la notte simbolizza la morte.
Il poeta descrive nello specifico come i diversi esseri umani, si infurino e si ribellino, per ragioni differenti, all’incombere della morte ed incita il padre a fare lo stesso, a lottare a… non adarsene docile in quella buona notte:

Ci sono i saggi, che hanno preso consapevolezza dell’inevitabilità della propria fine, ma soprattutto hanno compreso di non aver realizzato poi molto nella propria esistenza (“dalle loro azioni non scaturì alcun fulmine”). A farli infuriare sono i loro rimpianti.
Ci sono poi gli onesti, ovvero coloro che nella vita non hanno mai fatto gesti folli, ma che nell’ora del tramonto si infuriano perché consapevoli che con più tempo a loro disposizione, avrebbero forse compiuto azioni memorabili (“fulgide gesta“).
Ci sono inoltre gli impulsivi, che si accorgono troppo tardi di aver sprecato la loro vita nella ricerca compulsiva del piacere (“imparando troppo tardi d’averne afflitto il percorso“).
Ci sono infine gli austeri, che nel corso della propria esistenza si sono privati di ogni soddisfazione e che ora si infuriano per le occasioni perse (“accorgendosi con vista cieca che gli occhi spenti potevano gioire e brillare come meteore“).

E se la notte non fosse solo la metafora della morte, ma in generale dei nostri fallimenti?

Ognuno di noi ha commesso la sua buona dose di errori:
Come i saggi abbiamo forse realizzato di non aver dato ancora vita ad alcun fulmine.
Come gli onesti abbiamo forse vissuto una vita troppo inquadrata.
Come gli impulsivi abbiamo forse sprecato innumerevoli giornate cedendo ad ogni frivolezza.
Come gli austeri abbiamo forse perso troppe occasioni.
Questi errori ci hanno inevitabilmente spinto sulla traiettoria del fallimento. Ma abbiamo ancora una scelta a nostra disposizione. Possiamo infatti decidere di arrenderci, di lasciarci trasportare dall’entropia verso l’inevitabile sconfitta, oppure…

…oppure possiamo decidere, qui ed ora, che, nonostante tutto, noi “non ce ne andremo docili in quella buona notte“, venderemo cara la nostra pelle e se anche i pronostici sono ormai tutti a nostro sfavore, lotteremo, lotteremo fino all’ultimo respiro.

E allora… non andartene docile in quella buona notte.


fonte commento:https://www.efficacemente.com/crescita-personale/non-andartene-docile-in-quella-buona-notte/




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